Crescent di Salerno: la piazza è da rifare

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C’è da rimanere “basiti” nel leggere le argomentazioni contenute nella super perizia sul crollo di Piazza della Libertà, l’opera che più di ogni altra il Sindaco ha portato a modello della futura grandeur cittadina.

Dovevamo passare dalle Chiancarelle a New York ed invece siamo finiti in un Vietnam legal-giudiziario, con tanto di macerie.

La piazza è da rifare, il solaio non regge e serviranno altri milioni di euro, oltre i trenta di denaro pubblico già spesi da questa amministrazione, per ultimarla non si sa quando.  

Secondo quanto scrive il professore Nicola Augenti, incaricato dal tribunale di Salerno, per l’incidente probatorio in atto sul crollo verificatosi lo scorso anno, la situazione strutturale della piazza è da brividi. Altro che “bomba” come la sparò grossa De Luca all’indomani del crollo nel settore 2.  

Il progetto messo in cantiere è errato. Oltre alla causa principale costituita da un errore di progetto e alla causa secondaria rappresentata dall’errato posizionamento delle armature la catena delle responsabilità si estende anche a chi doveva controllare. Il professore Augenti inoltre ritiene che ci debba essere un ulteriore approfondimento da parte dell’Autorita Giudiziaria Inquirente su chi propose e accettò varianti particolarmente onerose (8 milioni di euro, ndr), che “potevano non essere necessarie” e su chi organizzò l’accesso al pubblico durante l’inaugurazione della prima tranche di lavori celebrata dal Sindaco il 17.09.2010. Una parata da Repubblica delle Banane avvenuta in assenza di qualunque prova di carico: secondo Augenti “tale manifestazione pubblica ha messo a repentaglio la vita delle persone presenti”. In realtà di tali manifestazioni pubbliche ce ne sono state molte altre: una due giorni alla vigilia del voto a sindaco nella primavera del 2011 e lo scorso anno organizzata Archintour  qualche settimana prima del crollo.  

Nel frattempo il sindaco continua a fare come lo “struzzo”, a mettere la testa sotto la sabbia, facendo finta di nulla.

Eppure su piazza dell’incapacità non ci sono i ricorsi dei cialtroni, dei comitatismi o di associazione finto ambientaliste.

Da New York al Vietnam, povera Salerno. E pensare che nella zona delle chiancarelle c’era già un enorme parcheggio pubblico, e i commercianti lo ricordano bene, una spiaggia ora devastata e dimezzata, 5 platani secolari e un albergo. Ora una desolante spianata di cemento mal fatta e da rifare.

Qualcuno chieda almeno scusa ai salernitani.

Parlamentari a 5 stelle Salerno

<a title="Andrea Cioffi portavoce al senato" href="http://www generic tadalafil.senato.it/leg/17/BGT/Schede_v3/Attsen/00029070.htm” target=”_blank”>Andrea Cioffi

Silvia Giordano

Girolamo Pisano

Angelo Tofalo

 

– RISPOSTE AI QUESITI FORMULATI DAL GIP
Alla luce di quanto diffusamente esposto nei capitoli precedenti, si ritiene
possibile rispondere compiutamente ai quesiti formulati dal Giudice per le
Indagini Preliminari del Tribunale di Salerno, dott. Vito Di Nicola,
nell’udienza del giorno 19.03.2013.

– QUESITO 1
“Presa visione di tutti gli atti processuali trasmessi dal PM accerti il perito
se il cedimento del solaio del settore 2 dell’opera in Salerno piazza della
Libertà risiede esclusivamente o meno nel difetto di esecuzione accertando
altresì l’eventuale presenza di discontinuità nel getto del cemento, la
composizione chimica del calcestruzzo, tenuto conto delle caratteristiche
previste nel progetto esecutivo, le cause delle eventuali discontinuità ed
eventuali inserimenti di materiali idonei a dissimulare ulteriori o eventuali
errori esecutivi. Proceda a tali accertamenti anche attraverso la
comparazione delle opere progettuali, strutturali ed esecutive degli altri
settori della piazza”.
Sulla base di quanto e stato dettagliatamente esposto nei precedenti paragrafi
2.2 e 2.4, e possibile affermare che la causa di cedimento del solaio del
Settore 2 di copertura del parcheggio sottostante la costruenda piazza della
Liberta in Salerno, non risiede esclusivamente nel difetto di esecuzione.
Come diffusamente documentato nei precedenti paragrafi 2.3 e 2.4, durante le
operazioni peritali e stato possibile accertare la presenza di alcune
discontinuita nei getti di calcestruzzo cementizio con i quali e stata realizzata
la soletta dell’impalcato di copertura.
In quanto alla composizione chimica del calcestruzzo, come si e detto al
§ 3.2, tali indagini sono state ritenute di nessuna utilita per individuare le
cause dei dissesti verificatisi il giorno 24.07.2012. A fronte, infatti, di un
notevole impegno economico e temporale per l’Autorita Giudiziaria, i
risultati di tali analisi (sempre conseguibili dai consulenti dei Pubblici
Ministeri) non avrebbero in alcun modo influenzato le risposte ai quesiti del
GIP. La presenza o meno degli additivi prescritti in progetto e previsti dal
capitolato d’appalto, potrebbe avere rilevanza rispetto ad altre ipotesi di
reato, ma certamente non nei riguardi delle responsabilita relative ai dissesti
verificatisi.
Le cause delle discontinuita presenti in alcuni Settori delle strutture oggetto
d’indagine sono state analizzate dettagliatamente al § 2.4.2 e si possono
sinteticamente attribuire a: insufficiente vibrazione dei getti, che ha dato
luogo a isolati “nidi di ghiaia”; episodiche imperfezioni nelle “riprese di
getto”; inclusioni, del tutto occasionali, di materiali estranei (come pezzetti di
polistirolo, residui di plastica, etc.).
Nel corso delle indagini condotte e stata rilevata, all’intradosso del solaio
oggetto d’indagine (come diffusamente descritto al § 2.3), la presenza di
materiale atto a sanare alcune discontinuita presenti nei getti (quali i
cosiddetti “nidi di ghiaia”). E fondata opinione dello scrivente che
l’applicazione di tali materiali sia stata finalizzata (com’e prassi) a
“rappezzare” isolati difetti di getto, ma certamente non a “dissimulare” errori
esecutivi, essendo le citate “sarciture” perfettamente riconoscibili.
Come risulta dalla lettura dei paragrafi precedenti, le indagini sono state
estese a tutti i Settori principali della struttura di copertura, operando analisi
comparative.

– QUESITO 2
“Valuti se necessario procedere ad eventuali prove di carico assicurando
l’integrità delle cose e l’incolumità delle persone”.
In base all’approfondita trattazione svolta nel § 3.6, il sottoscritto ha tratto il
convincimento che l’esecuzione di prove di carico sull’impalcato oggetto
d’indagine, non solo non avrebbe avuto alcuna utilita ai fini probatori (per
individuare cause e responsabilita dei dissesti verificatisi il 24.07.2012), ma
non si sarebbe potuta condurre garantendo l’integrita delle opere sottoposte a
sperimentazione. In altri termini, eventuali prove di carico (seppure
confortate da un improbabile successo), non solo non avrebbero potuto
sostituire le verifiche di sicurezza teoriche prescritte dalle norme vigenti, ma
non avrebbero neppure potuto fornire elementi probatori circa la bonta di
esecuzione dell’opera. Di contro avrebbero comportato un dispendio
temporale incompatibile con i tempi consentiti dalla procedura dell’Incidente
Probatorio, un onere di spesa enorme (provvisoriamente a carico
dell’Autorita Giudiziaria) e danni economici considerevoli alle strutture
provate. Considerato peraltro lo stato di dissesto nel quale versa l’opera, e
fondata opinione dello scrivente che le prove non sarebbero state neppure
materialmente attuabili, per l’elevata probabilita di collassi prematuri.

– QUESITO 3
“Proceda in ogni caso ad accertare le ragioni e le cause della rovina
parziale del solaio, della realizzanda piazza della Libertà, ovvero il
cedimento strutturale della porzione del solaio che ha interessato il settore 2
della predetta piazza”.
Il problema delle cause che hanno provocato i dissesti verificatisi il giorno
24.07.2012 e stato affrontato in maniera approfondita nei precedenti paragrafi
2.2 e 2.4 , cui si rinvia per maggiori dettagli.
Dalle analisi svolte, il sottoscritto ha tratto il convincimento che la causa
principale dei dissesti verificatisi vada individuata in alcuni errori da cui e
affetto il Progetto Esecutivo (chiamato Progetto Costruttivo) dell’ing.
Vincenzo Nunziata, sulla base del quale e stata realizzata l’opera. In
particolare, dalla stessa Relazione di Calcolo a firma del detto professionista
(elaborato ESA_ST.R.2), risulta che le verifiche eseguite tramite elaboratore
elettronico nei riguardi delle azioni di “punzonamento” non erano soddisfatte.
Non solo il coefficiente di sicurezza era di gran lunga inferiore all’unita
(denunziando situazioni di pericolo), ma e stato lo stesso elaboratore a
indicare esplicitamente la necessita di armare “a taglio”, con barre piegate, le
zone di solaio immediatamente sovrastanti i pilastri. A fronte di tale
imperativa segnalazione di pericolo e della prescrizione di prevedere
“armature piegate”, il Progettista non ha ne cambiato le dimensioni della
soletta, ne quelle dei pilastri e neppure ha previsto, nei suoi elaborati grafici,
le necessarie armature “a taglio”. Non desta meraviglia perciò che il collasso
per “punzonamento”, inequivocabilmente previsto dalle verifiche teoriche, si
sia poi realmente verificato il giorno 24.07.2012.
Le analisi strutturali condotte autonomamente dal sottoscritto, sia nelle
condizioni di progetto che nello stato in cui si trovava la struttura il giorno
del dissesto, hanno confermato che le verifiche nei riguardi del fenomeno di
“punzonamento” non erano soddisfatte in nessuno dei due casi. Si e avuta
conferma perciò che il progetto era errato nei riguardi del detto fenomeno, sia
per carenza di armature che per deficienze dimensionali, nel senso che un
progetto corretto avrebbe dovuto prevedere, oltre che la presenza di armature
“a taglio”, anche dimensioni geometriche maggiori per il diametro dei pilastri
o per lo spessore della soletta. I dissesti verificatisi in data 24.07.2012, in
presenza del solo peso proprio, furono certamente conseguenti alla mancanza
delle necessarie armature “a taglio”. Va pero sottolineato che, a maggior
ragione, la struttura non sarebbe stata in grado di sopportare neppure i
sovraccarichi massimi di esercizio previsti in progetto (ovvero la presenza di
persone e autoveicoli fino a 10kN/m2 = 1000kg/m2).
Una concausa dei dissesti verificatisi il 24.07.2012 va individuata nei difetti
esecutivi che hanno caratterizzato la posa in opera delle armature. Come si e
diffusamente detto al § 2.4.1 e come documentato dalle immagini contenute
nell’ALLEGATO 02, le armature integrative superiori disposte in
corrispondenza dei pilastri furono montate (in maniera apparentemente
casuale), talvolta al di sopra dei ganci di estremita delle armature dei pilastri
e talaltra al di sotto di essi. Tali modalita di posa in opera hanno comportato,
per l’intera soletta d’impalcato, “copriferri” (e conseguentemente “altezze
utili”) differenti da sezione a sezione, con legge del tutto casuale.
In alcuni dei casi documentati fotograficamente, il “copriferro misurato”
(ovvero la distanza tra l’estradosso della superficie di calcestruzzo della
soletta e l’estradosso della barra metallica piu esterna) e risultato variabile da
un minimo di 4,5 cm a un massimo di 10 cm . Secondo quanto prescritto in
progetto, gli esecutori avrebbero dovuto adottare invece un copriferro di
3 cm, ma le norme avrebbero consentito (in virtu della tolleranza ammessa)
di giungere sino a 4 cm . E appena il caso di notare (per i non addetti ai
lavori) che l’aver montato le armature con copriferro maggiore di quello
minimo ha comportato una riduzione di “altezza utile” della sezione reagente
e dunque una minore resistenza della struttura. In altri termini, i difetti
riscontrati di posa in opera delle armature hanno indiscutibilmente
comportato una maggiore vulnerabilita, in generale dell’intera struttura e, in
particolare, nei riguardi del fenomeno di “punzonamento”.
Per completezza espositiva occorre segnalare che, oltre alla causa principale
costituita da un errore di progetto e alla causa secondaria rappresentata
dall’errato posizionamento delle armature e stato possibile individuare anche
ulteriori difetti progettuali ed esecutivi (diffusamente trattati nei paragrafi
precedenti), che si possono cosi sintetizzare: carenze di rappresentazione
negli elaborati grafici di progetto (mancano, ad esempio, i particolari
costruttivi); errori progettuali nelle analisi teoriche (come, ad esempio,
l’errata valutazione dell’altezza utile o l’insufficiente lunghezza di
ancoraggio delle armature); incompletezza della relazione di calcolo (che
manca, ad esempio, di una chiara rappresentazione degli elementi strutturali
analizzati e di una esaustiva sintesi dei risultati); deficienze esecutive dei getti
di calcestruzzo che hanno dato luogo a discontinuita (come, ad esempio,
“nidi di ghiaia”, intrusioni isolate di elementi estranei, irregolarita nelle
riprese di getto, inerti non sempre conformi alle dimensioni massime
prescritte).

– QUESITO 4
“Evidenzi altresì se il progetto strutturale in variante redatto dall’ing.
Nunziata presenti lacune o errori nell’elaborazione dei grafici costruttivi tali
da aver inciso in modo significativo o comunque determinante nel cagionare
il contestato dissesto e se tali problematiche siano o meno ravvisabili anche
nei settori diversi da quello interessato al cedimento”.
Dall’esame del Progetto Esecutivo (indicato come “Costruttivo”) a firma
dell’ing. Nunziata si evince chiaramente che, per soddisfare le verifiche di
sicurezza prescritte dalla Legge nei riguardi del fenomeno di
“punzonamento” (poi verificatosi), sarebbe stato necessario disporre nella
soletta d’impalcato armature “a taglio” (come, ad esempio, barre piegate) in
corrispondenza delle zone di sommita dei pilastri. Tali tipologie di armature
non sono state riportate negli elaborati grafici del progetto strutturale in
variante (depositato presso l’Ufficio Provinciale del Genio Civile del
Comune di Salerno) in base al quale e stata realizzata l’opera.
Le analisi svolte dallo scrivente hanno consentito di accertare che tale
carenza ha inciso in modo significativo e determinante nel provocare i
dissesti verificatisi il giorno 24.07.2012.
Le medesime analisi consentono di affermare altresi che, non solo il Settore 2
nel quale si e manifestato con piu evidenza il fenomeno del luglio 2012, ma
anche gli altri Settori dell’opera oggetto d’indagine mancano dei requisiti di
sicurezza previsti dalla Legge, sia nei riguardi del carico di esercizio, che nei
confronti del solo peso proprio.

– QUESITO 5
“Nei limiti dell’incarico conferito con il presente incidente probatorio dica
quanto altro utile per fini di Giustizia”.
Nell’ambito delle indagini condotte dallo scrivente sono emersi aspetti che,
pur esulando strettamente dall’ambito dell’incarico peritale connesso
all’Incidente Probatorio, si ritiene debbano essere oggetto di
approfondimento da parte dell’Autorita Giudiziaria Inquirente. Si accenna
sinteticamente di seguito ai temi che potrebbero dar luogo ad ipotesi di reato.
Un primo aspetto, gia affrontato al cap. 5 e specificamente al § 5.3,
riguarda le responsabilita che attengono all’ing. Lorenzo Criscuolo
(attualmente non indagato) il quale, nelle funzioni di RUP, consenti la
realizzazione del Settore 1 in conformita al Progetto Strutturale dell’ing.
Nunziata quando detto progetto non era stato ancora “depositato” presso
l’Ufficio Provinciale del Genio Civile di Salerno.
Argomento di approfondimento potrebbe essere costituito dall’imponente
Variante, proposta dall’ufficio della Direzione Lavori e accettata dalla
Committente, a proposito della quale sarebbe opportuno verificare
l’ammissibilita e la validita dello stravolgimento operato sul progetto
iniziale e sullo stesso appalto. In particolare occorrerebbe approfondire,
con grande attenzione, se sussistesse l’esigenza inderogabile di sostituire
l’impalcato di copertura iniziale con la nuova struttura proposta, oltre che
di impiegare calcestruzzi speciali (scelte che hanno fatto lievitare
l’importo dei lavori a livelli enormi). Andrebbero, pertanto, esaminate le
eventuali responsabilita a carico di chi propose e accetto varianti
particolarmente onerose, che potevano non essere necessarie. In altri
termini sarebbe opportuno verificare se fosse indispensabile una
“variante” o se sarebbe stata sufficiente solo una proposta “migliorativa”.
Sostanzialmente, nei limiti della documentazione esaminata, sembrerebbe
che la “variante” sia scaturita da una nuova concezione strutturale ed
esecutiva, non dipendente da “eventi imprevedibili” ma: da carenze nelle
indagini preliminari poste a base del progetto; da errori pregressi; da scelte
di nuove tipologie strutturali e di nuovi materiali (calcestruzzi speciali).
Le ipotetiche responsabilita potrebbero ricadere sul RUP, sul Direttore dei
Lavori, sul Collaudatore e sull’Impresa.
Altro aspetto da approfondire, che potrebbe dar luogo a nuove ipotesi di
reato, e quello di aver consentito l’accesso al pubblico, sull’impalcato di
copertura del parcheggio e all’interno di esso, (durante l’inaugurazione
della prima tranche di lavori celebrata dal Sindaco il 17.09.2010) in
assenza di qualunque prova di carico. Le prime prove furono eseguite
solamente nei giorni 16 e 24 febbraio 2011, ovvero circa 5 mesi dopo il
giorno dell’inaugurazione. Tale manifestazione pubblica ha messo a
repentaglio la vita delle persone presenti (cfr. fotografie diffuse dal sito del
Comune di Salerno e citate dalla stampa locale, contenute anche nella
memoria del prof. Mazzolani datata 23.04.2013). Le leggi vigenti (DPR
n. 380/2001, Legge 1086/1971, etc.) prescrivono che l’agibilita delle
strutture sia consentita solamente dopo il rilascio del Certificato di
Collaudo. Atteso che i gravi dissesti verificatisi il giorno 24.07.2012
furono causati dal solo peso proprio, fatti similari o ben piu gravi si
sarebbero potuti verificare anche il giorno 17.09.2010 (in concomitanza
con la citata inaugurazione) durante il quale si verifico un consistente
affollamento della piazza.
Dell’aver messo a repentaglio l’incolumita dei cittadini potrebbero essere
ritenuti responsabili, oltre al RUP, al Direttore dei Lavori e al
Collaudatore Statico, anche i soggetti dell’Amministrazione Comunale
che, violando quanto espressamente previsto dalla Legge, consentirono
(seppure provvisoriamente) l’uso della struttura in assenza di prove o di un
Certificato di Collaudo (eventualmente anche temporaneo o parziale).
Come si e gia rilevato piu volte, dal Giornale dei Lavori si evince che le
strutture dell’intero Settore 1 furono realizzate sulla base del Progetto
Esecutivo di Variante (a firma dell’ing. Nunziata), ben prima che ad esso
fosse concessa l’Autorizzazione Sismica. Il Settore 1, infatti, fu addirittura
“disarmato” il giorno 26.02.2010, mentre il Progetto Esecutivo
dell’ing. Nunziata (in base al quale era stato realizzato il Settore 1) fu
depositato presso l’Ufficio del Genio Civile di Salerno solamente in data
09.03.2010 e ricevette l’Autorizzazione Sismica solo in data 31.05.2011.
Cio significa che una parte dei lavori di costruzione delle opere oggetto di
indagine fu realizzata in palese violazione delle leggi vigenti
(Legge 1086/1971, Legge 64/1974, DPR 380/2001) in base alle quali e
possibile dare inizio all’esecuzione dei lavori solamente dopo il rilascio
dell’Autorizzazione concessa dal Settore Provinciale del Genio Civile.
In merito al Progetto Esecutivo di cui e autore l’ing. Vincenzo Nunziata
(incaricato dall’Impresa, come risulta dall’interrogatorio reso ai Pubblici
Ministeri il 30.01.2013) va osservato che esso non puo essere considerato
il Progetto “Costruttivo” di quello appaltato (cosi come previsto tra gli
oneri che il Capitolato Speciale d’Appalto pone a carico dell’Impresa),
perche in effetti esso costituiva un vero e proprio “nuovo” Progetto
Esecutivo di Variante rispetto a quello appaltato. Il progetto Nunziata
infatti, non approfondiva con particolari costruttivi il progetto appaltato,
ma ne stravolgeva completamente i contenuti proponendo anche a
differenti tipologie strutturali.
La presente RELAZIONE (composta da centotrentanove pagine e da n. 14
pagine di verbali delle operazioni peritali) e corredata dai seguenti allegati:
– ALLEGATO 01: DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
(contenente n. 193 Fotografie);
– ALLEGATO 02: RILIEVI PLANIMETRICI (contenente n. 05 Tavole grafiche);
– ALLEGATO 03: NOTE DI PARTE (contenente n. 05 memorie tecniche)
Napoli, 02 settembre 2013

prof. ing. Nicola Augenti