Energie rinnovabili, nove punti di buon senso

L’energia è da sempre un tema che ci vede in prima linea. Sono molteplici infatti i risvolti pratici che la politica energetica esercitata da un Paese ha sulla vita di tutti i cittadini . Nello scorso approfondimento vi avevo parlato di GAS. Di quanto questa fonte di energia sarebbe potuta essere strategica, ma di quanto allo stesso tempo la politica su questa fonte fosse stata gestita con una “scarsa” attenzione producendo una dipendenza continua dell’Italia e dell’Europa ai capricci dello Zar russo Putin.

Come è noto noi non possediamo né gas né petrolio sul nostro territorio nazionale. Abbiamo invece la fortuna di possedere tanta energia che ci viene delle fonti energetiche rinnovabili quali il sole e il vento.

Per questo sosteniamo fermamente che l’unica strada che ha senso percorrere in Italia è quella dell’uscita dal fossile per seguire convintamente quella delle rinnovabili. Per lo stesso motivo ci siamo interrogati più volte su come sfruttare al massimo queste risorse poiché, come è noto, uno dei problemi principali di queste fonti energetiche che le rende tra l’altro meno competitive di quelle fossili è la presenza di una certa discontinuità nell’approvvigionamento.

Se manca il vento o manca il sole, si riduce sensibilmente la produzione di Kw/h.
Per porre rimedio a questo difetto sistemico e in generale, per orientare la politica energetica del Governo verso le rinnovabili, abbiamo presentato una mozione nella quale impegniamo il Governo a:
1) a rivedere l’attuale sistema di remunerazione della capacità ed in particolare il meccanismo del capacity payment, al fine di prevedere che le risorse attualmente destinate agli indennizzi previsti per le centrali termoelettriche, impianti sicuramente meno efficienti, vengano utilizzate per la manutenzione e la riattivazione degli impianti già esistenti, nonché per la realizzazione di nuovi impianti di pompaggio e/o impianti CAES soprattutto nel Sud dell’Italia e nelle Isole, dove maggiore è la penetrazione di impianti a energia non programmabili (solari ed eolici) e, per contro, più deboli risultano le infrastrutture di rete;

2) a prevedere l’integrazione dei sistemi di accumulo tramite pompaggio (accumulo massivo) con sistemi di accumulo a rapido intervento (tipo supercondensatori e volani) per ottimizzare la capacità di bilanciamento della rete;

3) nell’esercizio di vigilanza sull’operato del concessionario Terna, a verificare l’effettiva realizzazione degli impianti di pompaggio previsti dal piano di Terna in tempi certi, anche al fine di una maggiore ottimizzazione della produzione elettrica da impianti non programmabili, in quanto il medesimo piano costituisce strumento di pianificazione a valenza anche strategica, atto a garantire la sicurezza e la continuità degli approvvigionamenti, in relazione al quale è necessario che siano assicurati il coordinamento e la coerenza con la strategia energetica nazionale, ai sensi della quale le rinnovabili dovrebbero diventare la prima fonte nel settore elettrico;

4) a promuovere la riforma dell’attuale sistema di incentivi per i sistemi di accumulo ed in particolare per gli impianti di pompaggio, favorendo un modello di incentivazione che consideri l’energia effettivamente immessa nel sistema e non quella installata;

5) ad assumere le opportune iniziative di competenza al fine di potenziare la rete elettrica e renderla più efficiente e sicura, anche attraverso la selezione e il sostegno, ai sensi dell’articolo 32 del decreto legislativo n. 28 del 2011, di progetti relativi ai sistemi di accumulo, indispensabili per la gestione dell’energia prodotta dalle fonti rinnovabili non programmabili;

6) ad adoperarsi presso le competenti sedi europee e nei rapporti bilaterali con i singoli Paesi membri per agevolare la trasformazione delle infrastrutture energetiche implementando sia un maggior potenziale di stoccaggio sia più reti intelligenti, in modo da poter garantire un approvvigionamento sicuro in un sistema con quote più alte di energie rinnovabili variabili;

7) a favorire, anche con misure di carattere normativo e fiscale, lo sviluppo del settore delle rinnovabili, dei sistemi di accumulo, delle reti intelligenti, attraverso la ricerca e le innovazioni tecnologiche in campo industriale ai fini del rilancio dell’industria nazionale nei settori dell’eccellenza tecnologica, garantendo il sostegno della filiera dalla ricerca di base alla industrializzazione del prodotto;

8) a mettere in campo tutte le azioni propedeutiche al fine di ridurre le emissioni di gas serra attraverso l’aumento dell’efficienza dei processi di produzione ed il risparmio energetici;

9) a sostenere e valorizzare il ruolo degli enti di ricerca che operano nei settori energetico e ambientale, a partire dall’Ente per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente (Enea), consolidandone in particolare l’impegno nei campi della produzione energetica da fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica.
Nove punti che modificherebbero realmente la nostra politica energetica!
Nove punti di buon senso!