Il Dibattito Pubblico sulle grandi opere in Italia

Questa mattina sono stato invitato dall’associazione SIPOTRA Società Italiana di Politica dei Trasporti. Ero l’unico portavoce del M5S insieme a quattro tra deputati e senatori del PD, per parlare di Dibattito Pubblico sulle grandi opere in Italia.

Il Dibattito Pubblico, per chi non lo conoscesse, è un passaggio fondamentale di partecipazione dei cittadini nella progettazione delle grandi opere strategiche e infrastrutturali del paese. Esiste già in altre nazioni europee come la Francia mentre in Italia è fermo da tre anni a Palazzo Madama.
Semplificando: il proponente, successivamente alla progettazione di una grande opera, si incarica di informare, consultare e ricevere eventuali alternative o modifiche dai cittadini del territorio coinvolto.
Possiamo fare esempi pratici con opere come il TAV o il TAP. Al termine ad una fase di progettazione sufficiente per essere presentata alla comunità, se fosse esistito il Dibattito Pubblico ci sarebbe stato un confronto con i cittadini coinvolti e il progetto stesso, per definizione, sarebbe stato “aperto” e dunque modificabile.
La nostra proposta è stata depositata nel 2014 (https://goo.gl/ugcSWX). Il PD con il Senatore Esposito ne ha formulata una successiva nel 2015: al solito prendono i titoli e i temi delle nostre proposte e deformandone poi i contenuti. Vorrei anticipare che parteciperemo certamente alla discussione, come sempre in maniera costruttiva ma non appoggeremo eventuali distorsioni della nostra proposta.

Oggi ho ascoltato parole allarmanti da parte dei rappresentati della maggioranza, quasi volessero piegare il Dibattito Pubblico a strumento di consenso piuttosto che di confronto, una sorta di epilogo successivo ai monitoraggi del Nimby. Se questa è la direzione non ci siamo.

Ci sono dei criteri su cui noi, i cittadini, non possiamo e non vogliamo “mediare”.

  • “L’opzione zero”: se l’opera in progettazione non comporta benefici concreti, ricadute virtuose sul territorio e un consenso allargato della comunità, deve valere l’opzione di rinunciare all’opera; i cittadini hanno il diritto/dovere di verificare i dati di progetto ed i piani economici e finanziari con i quali si giustificano le opere;
  • L’Inserimento anche delle opere dei privati qualora siano ad alto impatto pubblico (ad esempio un Inceneritore, un rigassificatore, un grande centro commerciale, ecc );
  • La Terzietà di chi gestisce il Dibattito Pubblico deve essere sempre garantita;
  • Le soglie a Terzietà di chi gestisce il Dibattito Pubblico deve essere sempre garantita;

La nostra proposta vuole essere il proseguimento di un percorso democratico e uno strumento di risoluzione dei conflitti innescati proprio da alcune Grandi Opere non solo inutili ma sempre più spesso anche miopi o strumentali a pochi grandi interessi privati. Vale anche come risposta per coloro i quali ci tacciano quotidianamente di essere dei “cliccatori seriali”: vogliamo un dibattito pubblico, collettivo e nelle sedi territoriali competenti.

Il Governo si dia una svegliata, esca dal palazzo e si confronti una buona volta con i cittadini.