Dalla commissione Attalì all’intelligenza collettiva. L’Italia del 2035, passando per l’Europa ed il Mondo.

 

Riporto qui il video della riunione congiunta che abbiamo tenuto il 23 febbraio.

Riprendiamo il filo del pensiero.

La deriva di questo governo che oramai impone continuamente ad un parlamento di pavidi la sua volontà nonché il concentramento del potere nelle mani della presidenza del consiglio, ci impone di continuare la lotta per il mantenimento dei principi democratici e costituzionali. Lo stiamo facendo con forza sulla controriforma della “costituzionalista” Boschi e lo dobbiamo continuare a fare sulla legge elettorale. Per la passione che il gruppo ci mette dobbiamo solo ringraziare. Essere controcorrente è difficile ma noi, quando vediamo che l’acqua sale da valle verso monte continueremo a viaggiare in direzione ostinata e contraria da monte verso valle.

Ciò premesso ci sembra che sia ora di riportare al centro della discussione il progetto che abbiamo per questo Paese. L’idea, la prospettiva, la visione.
A tal fine si è pensato di iniziare una serie di riunioni congiunte per parlare di Italia, di Europa, di Mondo.

Per fare questo iniziamo oggi pomeriggio con una riunione dal titolo (provocatorio):
Dalla commissione Attalì all’intelligenza collettiva. L’Italia del 2035, passando per l’Europa ed il Mondo.
Lo scopo è quello di definire la cornice del quadro che vogliamo dipingere. Immaginiamo un punto di arrivo e poi strutturiamo il percorso per arrivarci.
La riunione avrà la tipologia di un “brainstorming” in cui ognuno che vuole intervenire può illustrare la sua visione di cosa sarà il Paese tra vent’anni, quale potrà essere il suo ruolo nel contesto geopolitico euroasiatico e mondiale, quale criticità ci saranno da affrontare, quale obiettivo vogliamo raggiungere.
Al fine di agevolare i lavori e per portare in assemblea le idee raccolte tra i cittadini, i vari portatori di interesse e questa nostra ormai biennale esperienza all’interno delle istituzioni, ognuno può consegnare un documento scritto di in modo poter poi procedere alla successiva elaborazione.

Una seconda congiunta si prevede di farla fare dopo due settimane (sperando in tal lasso di tempo di essere riusciti a rendere organico ed organizzato il materiale ed i contributi della prima riunione) dal titolo:
Per una nuova politica industriale come base di creazione di buona e rinnovata occupazione.
Avremo al centro il tema di quale sarà “l’industria” del futuro per immaginare quale categorie di lavoratori dovranno essere riconvertiti e verso quale tipologia occupazionale. Insomma la connessione tra lo sviluppo del Paese e le ricadute occupazionali. Da troppi anni questa classe politica non ha un idea del futuro e si è affidata stancamente al mercato che domina. E’ nostro compito invertire la rotta per riportare i cittadini, la collettività, il popolo al centro delle decisioni contrastando la deriva della “finanza” che ha scollegato il lavoro dal profitto.

A queste seguiranno altre riunioni per completare la cornice del quadro e per disegnare il percorso che porti dall’oggi al domani.

E’ ora di invertire la tendenza e di riportare al centro della discussione quello che vogliamo e non quello che possiamo.
Cercando l’impossibile, l’uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo (cit).

Andrea Cioffi e Fabiana Dadone

NOTA POLITICA: La commissione Attali fu insediata dal Presidente Sarkozy nel 2007 e diretta dall’ex consigliere personale di Mitterrand, Jacques Attali. La commissione composta da 42 membri fra loro eterogenei (c’erano anche due italiani: M. Monti e F. Bassanini) per formazione, esperienza professionale e convinzioni politiche fu denominata enfaticamente “Commissione per la liberazione della crescita”. Il compito era quello di stilare un rapporto in grado di fornire raccomandazioni e proposte per il rilancio della crescita economica del paese considerando i nuovi scenari mondiali ed europei. Si vuole precisare che è il metodo della Commissione che ci interessa mettere in luce ossia la possibilità di definire una visione dell’Italia tra venti anni e non i profili rivolti alla crescita economica di stampo sviluppista adottata dalla Commissione anche se, naturalmente, ognuno illustrerà la visione che ritiene più coerente o più possibile o più auspicabile.

PS. Questo è il testo della comunicazione inviata ai gruppi di camera e senato per la convocazione della congiunta.